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In questa pagina rallentiamo e vogliamo ricordare chi non è più vicino a noi sul campo ma sempre presente nei nostri cuori: Paolo Agresta.

Paolo Agresta, “Paolino” per tutti, ci ha accompagnato sui campi nell’ultimo anno della sua vita. La storia la conosciamo: quelle cose che non si spiegano e quindi evitiamo di dargli una ragione qua.

Un anno forse è poco per conoscerlo a fondo, ma abbastanza per accorgersi che Paolo non era il “nostro” massaggiatore, ma quantomeno il massaggiatore del calcio genovese: ovunque andassimo era accolto da tutti come una vecchia amicizia, ed i saluti che riceveva erano calorosi e sinceri. “Paolo ma possibile che dove vai-vai conosci qualcuno?”. Ospiti su un campo che non sveleremo, siamo stati accolti senza possibilità di massaggiare i nostri ragazzi nel prepartita: niente lettino nello spogliatoio. Chiedemmo se avessero potuto lasciarci un altro spogliatoio di quelli liberi, solo per l’utilizzo del lettino. Niet! Poi però è arrivato Paolino…: “Ah! Ma massaggi tu il CaDeRissi? Vieni, prendi questo spogliatoio qua”. Cosi, giusto per dire… Davvero: era conosciuto da tutti, e tutti aveva o aveva avuto in cura.

Scherzando un giorno gli chiedemmo se le sorti del campionato dipendessero da lui, visto che capitava sovente che avesse in cura, contemporaneamente, i prossimi avversari. Avrebbe potuto decidere chi far giocare e chi no a proprio piacimento, se solo avesse voluto. Ovviamente stiamo scherzando sulla sua “onnipotenza”: la partecipazione che abbiamo “toccato” in occasione del suo ultimo addio, è stata anzi testimonianza della sua onestà e dedizione al lavoro, ma soprattutto dell’altruismo che profondeva in diverse forme.

Il calcio era solo una di queste. Sul calcio ne aveva diversi di aneddoti, e chi ha avuto la fortuna di farsi “trattare” da lui ne ha ascoltati tanti. Sì perché Paolo parlava sempre, sempre! Una macchinetta di racconti. Quasi da mal di testa anche perché il singolare timbro della sua voce, certo, non lo aiutava. Dovete sapere che ha inventato lui la tecnica di mettere l’olio dei massaggi nel dispensatore da sapone liquido: “…cosi se scontri il lettino e cade non macchi tutto. Me l’hanno copiata tutti questa idea qua! ”Cose semplici, pensieri genuini, e tanta capacità di ascolto delle persone e del loro corpo. In pieno di stile di chi fa le cose in maniera disinteressata, probabilmente non si è neanche reso conto di ciò che ha lasciato alle persone, semplicemente ascoltandole: tatuaggi indelebili nel cuore di tutti, e addirittura sulla pelle di qualcuno.

Grazie Paolo. È stato un onore.

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